(Filadelfia 1915 – New York , 1959) Billie Holiday o meglio conosciuta come come Lady Day è stata una cantante statunitense fra le più grandi di tutti i tempi del jazz e blues. Billie ebbe un’infanzia travagliata e dolorosa. Trascorse i primi anni a Baltimora. Subì uno stupro a dieci anni ed in seguito dovette evitare diversi tentativi di violenza. Ancora bambina, raggiunse la madre a New York e comincò a procurarsi da vivere prostituendosi in un bordello di Harlem. Guadagnava qualche soldo in più lavorando agli ingressi delle case del quartiere dove si faceva pagare dalla tenutaria del bordello, che le lasciava anche ascoltare i dischi di Louis Armstrong e Bessie Smith sul fonografo del salotto. Quando la polizia scopri’ il bordello, Billie fu condannata a quattro mesi di carcere. Rimessa in libertà, per evitare di tornare a prostituirsi cercò lavoro come ballerina in un locale notturno. Non sapeva ballare ma fu’ assunta immediatamente appena la sentirono cantare e fu così che a quindici anni inziò la carriera di cantante nei club di Harlem. In quel periodo le colleghe iniziarono a chiamarla Lady, perchè si rifiutava di ricevere le mance dai clienti, come facevano tutte. Nel 1933, appena diciottenne, mentre cantava fu notata dal produttore John Hammond, che le organizzo’ alcune sedute in sala d’incisione con suo cognato Benny Goodman con il quale incise i suoi primi dischi, che passarono inosservati in quel periodo, ma Hammond continuo’ a credere in lei. Nel 1935 le procuro’ un contratto con il pianista Teddy Wilson per alcune incisioni sotto l’etichetta Bruswick, che ebbero successo e fecero conoscere Billie. Si imponeva per la sua voce intensamente drammatica, per la capacita’ di volare sul tempo e per l’emozione che sapeva tramettere anche su testi banali. Nel 1936 comincio’ ad incidere col propio nome per l’etichetta Vocalion. Successivamente lavorò con grandi nomi del jazz come Count Basie, Artie Shaw e Lester Young (al quale fu legata da un intenso rapporto d’amicizia per il quale coniò il nome Prez “il presidente”). Lester invento’ per lei “Lady Day”. Billie Holiday, con l’aiuto e il supporto di Artie Shaw, fu tra le prime cantanti nere ad esibirsi con musicisti bianchi. Nei locali dove cantava, Holiday doveva usare però un ingresso riservato ai neri e rimanere chiusa in camerino fino all’entrata in scena. Una volta sul palcoscenico, si trasformava in Lady Day, portava sempre una gardenia bianca tra i capelli , che divenne il suo segno distintivo. Nel 1939, sfidando le discriminazioni razziali, cantò una canzone coraggiosa, Strage Fruit; il frutto era il corpo di un nero ucciso dai bianchi ed appeso ad un albero. La canzone divise il pubblico; Holiday poteva eseguirla solo se la direzione lo consentiva. All’inizio degli anni quaranta ebbe un matrimonio breve e tormentato e subì la morte della madre. Prostata, cominciò ad assumere stupefacenti e la voce iniziò a risentirne. Ciò non le impedì di realizzare eccellenti incisioni con l’orchestra del pianista Eddie Heywood come ad esempio il singolo Embraceable You del 1944. Nel 1947 apparve nel film-musical New Orleans e in seguito in La Città del Jazz accanto a Louis Armstrong. Cambio’ impresario e nel 1954 ed andò in turne anche in Europa toccando anche l’Italia in Italia ed esattamente in un teatro di avanspettacolo a Milano, anche se onor del vero il pubblico non abituato al Jazz non gradì lo spettacolo, e fù così che fu organizzato uno spettacolo riparatore al Gerolamo per soli appassionati di Jazz (rispetto al precedente Live il pubblico le tributo’ una vera ovazione). All’inizio del 1959 la cantante scopri’ di essere affetta da cirrosi epatica e su invito del medico decise di smettere di bere, ma riprese subito dopo e così in poco il suo peso scese 9kg, diverse persone cercarono di convincerla a ricoverarsi ma senza successo. Il 15 marzo scomparve il suo vecchio amico Lester Young, ma i parenti di Young non fecero cantare Billie al suo funerale e questo la turbo molto. Il 31 maggio la cantante fu’ trovata a terra incosciente nel suo appartamento a New York. Fu’ ricoverata ma contestualmente arrestata, perchè nella sua stanza fu trovata droga. Non si riprese più, il 15 luglio ricevette l’estrema unzione e due giorni dopo mori’ era il 17 luglio 1959.